Affido familiare: la Legge Cirinnà



Sperando
che, con il disegno di legge Cirinnà
, qualcosa possa cambiare
anche nell’affido familiare, sono
più che mai convinta che, in sede di discussione, non sia necessario fare
appello alla tolleranza o all’accettazione della diversità, ma solo al naturale
rispetto dei “diritti civili”.

Così
come recita l’art.3 della nostra Costituzione
:
“Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,
razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

Affidiamoci non
ha etichette, è un movimento laico sull’affido familiare che crede che l’Amore
abbia la stessa forma per chiunque lo doni o riceva, indipendentemente dal
sesso.

“Affidiamoci”
è per il diritto dei bambini, non per il diritto ad avere bambini (per quanto
l’uno possa non escludere l’altro).


Opposti
integralismi – dal clericale
Family day,
all’anticlericale manifestazione delle
famiglie
arcobaleno
– possono rivelarsi pericolosamente provocatori.

Prende
quindi le distanze da un inutile scontro tra laici e cattolici.

Impossibile
trovare oggi etichette adatte a fotografare l’eterogeneità della società
attuale con le sue proposte di unioni civili,
figli in provetta, stepchild adoption e affido rinforzato
!

Le
cose negli ultimi trent’anni sono cambiate. E anche in meglio.

Occorre
solo prenderne atto.

Così,
da pochi mesi, nell’affido familiare, bambini e genitori affidatari sono finalmente
tutelati nel mantenimento del loro rapporto.

Un
passo ulteriore nel rispetto del diritto di ogni bambino ad avere una famiglia.

Ma
di che tipo di famiglia ha diritto il bambino? Si chiedono dall’alto.

Tradizionale,
omosessuale, single? 

Il
ventaglio di scelta è ampio, in maniera ufficiosa.

Ristretto
ufficialmente.

Ufficialmente
i single non possono adottare e, al momento, in Italia non è previsto alcun riconoscimento
giuridico per le coppie dello stesso sesso: gay, lesbiche, bisessuali,
transessuali non posso accedere ad un mutuo agevolato per mettere su casa come
fanno le coppie etero; in caso di ricovero uno dei due, l’altro non può
prendere decisioni o avere informazioni dai medici; per non parlare di
pensioni, contratti, eredità…

Una
esistenza e una genitorialità sotterranea che penalizza non solo gli adulti
(omo) ma, e soprattutto, i bambini parcheggiati nelle comunità in attesa di
essere amati.

L’amore
ha forse un sesso?

Forse
un single o una coppia omossessuale non può dare affetto a un figlio?

Un
single (gay) è ritenuto in grado di prendere in affido familiare un bimbo ma
non di adottarlo: genitore a tempo sì, per sempre no?

Prendo in prestito
l’affermazione della presidentessa dell’Arcigay
di Cosenza Lavinia Durantini
: “L’amore è uguale ad ogni altro amore e come tale
comporta diritti e doveri”.

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