Bambini in affido fino al 18esimo anno di età. E dopo?


bambini in affido vivono con Te per
anni, o anche per sempre.

L’affido familiare, infatti, può prolungarsi di anno in anno (affidamenti a lungo termine) senza
trasformarsi in adozione nazionale.

Spesso
quindi succede che il tuo piccolo arrivi a spegnere con Te la candelina del suo
18esimo compleanno.

A
quel punto cosa accade?

Come
cambia il vostro rapporto dal punto di vista burocratico?

Continuerai
a essere considerata come la sua mamma
affidataria
?

Avrai
ancora il sostegno (anche economico) da parte dell’Amministrazione comunale?

Secondo
le statistiche, nella maggior parte dei casi, il Tribunale dei Minori, sempre “nell’interesse”
dei bambini in affido, prolunga gli anni fino a un minimo di quattro (art. 4, commi 5 e 6 L. 149/2001), senza
per questo trasformare il percorso in adozione nazionale.

La
legislazione assicura al minore il diritto di crescere in una famiglia (legge n. 184/1983) fintanto che non sia
diventato maggiorenne.

Ma…dopo
il 18esimo anno…drasticamente tutto giunge al termine!

L’affido
familiare scade, come fosse uno yogurt.

Puntuali,
gli enti locali, addirittura un mese prima dal compleanno del minore, con poche
righe, si affrettano ad annunciarTi l’interruzione del loro impegno.

Da
quel momento non riceverai più “l’erogazione
del contributo economico e il relativo contratto di assicurazione a favore del
minore”
.

Per
la Legge italiana, quindi, al raggiungimento della maggiore età corrisponde inequivocabilmente,
e necessariamente, l’autonomia (anche economica!) dei bambini in affido.

Quest’assoluta
certezza dei Comuni –mai accompagnata da verifiche sul campo- li autorizza ad
abbandonare Te (genitore affidatario) e il tuo neo maggiorenne.

Quello
stesso neo maggiorenne cui è stato riconosciuto un vissuto di abbandono familiare
-strattonato da una famiglia affidataria all’altra- e che, quasi certamente,
non è possidente di alcunché se non di un attestato scolastico (sempre che sia
riuscito a prenderlo).

Ebbene,
proprio a quel giovane – sempre che il rientro in famiglia di origine non gli sia
possibile- dopo i 18 anni, resta solo la speranza che Tu voglia continuare ad
accoglierlo (senza poter parlare ancora di adozione nazionale, fatta eccezione
per alcuni casi).

Le
statistiche, infatti, denunciano un numero altissimo di ragazzi dimenticati a
se stessi: su 3200 che ogni anno escono dai percorsi di accoglienza (comunità,
famiglie affidatarie…), almeno 2000 non rientra nella famiglia di origine.

Forse
è ora che gli enti locali decidano di protrarre l’affido familiare almeno fino
al ventunesimo anno di età dei bambini in affido, agevolando il loro inserimento
sociale.

O
forse sarebbe, in alcuni casi, sarebbe meglio che valutassero con più attenzione il singolo
vissuto del minore, anche solo per decretarne un procedimento di adozione nazionale.

Altrimenti l’affido
familiare rischia di diventare solo un parcheggio per bimbi meno fortunati.

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