Disagi nei bambini in affido familiare e in adozione nazionale


  

Dopo
aver accennato a quelli che potrebbero essere i sintomi di disagio comuni a
tutti i bimbi – e quindi anche ai bambini
in affido familiare o in adozione nazionale
(e internazionale) – vediamo quelli
che potrebbero richiedere da parte Tua una maggiore attenzione.

La
scuola è l’ambito dove prevalentemente il tuo piccolo potrebbe manifestarli.

I
comportamenti adottati dai bambini per esprimere rabbia, paura, inadeguatezza… sono tanti e diversi.

A
cominciare dalla mancanza di entusiasmo ad andare a scuola!

E’
facile, infatti, che il tuo piccolo, la mattina cerchi di escogitare tutti i
sistemi per raggiungere il suo obiettivo: dal pianto disperato ai falsi malesseri.

Un
comportamento così, specie se reiterato, va ascoltato e accolto.

In
realtà tutti i comportamenti vanno ascoltati e accolti: personalmente credo poco
all’utilità di catalogarli come inutili capricci.

Trovo
molto più proficuo invitare l’adulto a una lettura attenta dei “segnali” che il
bambino manda nell’unico modo che conosce (fosse anche quello insopportabile
del pianto, delle urla…).

Comunque,
una volta riuscito a portare il tuo piccolo a scuola…sappi che i problemi non è
detto finiscano qui!

Infatti,
non è per niente scontato che socializzi e faccia amicizie con facilità, anzi.

Soprattutto
i bambini in affido familiare e in adozione nazionale (e internazionale), appaiono
eccessivamente passivi, isolati.

Se
poi dovessero aggiungersi comportamenti
aggressivi
reiterati verso i compagni (o addirittura nei tuoi confronti),
allora puoi prendere in esame di consultare un esperto.

Anche
farsi spesso male, essere vittima di
continui incidenti e infortuni
(cadendo una volta dalla bicicletta, piuttosto
che sbattendo allo stipite della porta…) può essere – anche se non sempre – indice
di qualcosa che non va: generalmente significa scarsa consapevolezza di sé.

In
questo caso potrebbe essere utile fargli fare psicomotricità o atletica o qualsiasi
altro sport dove sia importante la coordinazione.

Altro
termometro del benessere del tuo piccolo sono i suoi disegni che rappresentano,
per eccellenza, un modo per esprimere ciò che non riesce a comunicare a parole.

Significativi
sono quelli in cui omette di rappresentare se stesso o riporta particolari del
corpo distorti.

E
poi arriviamo al quotidiano tono dell’umore, che va tenuto d’occhio soprattutto
nei bambini in affido familiare e in adozione nazionale.

Se
il tuo piccolo è sempre triste, o ha reazioni contraddittorie o un’alternanza
di comportamenti contrapposti (es. ti cerca, ti va incontro per poi alla fine
rifiutarti), o ancora cambia improvvisamente atteggiamento (dalla gioia passa a
crisi di rabbia per motivi banali) …sarebbe preferibile consultare un esperto.

Ricapitolando:

Ogni
atteggiamento segnalato fino ad ora fa caso a se stante, e deve essere
assolutamente contestualizzato nel vissuto del piccolo.

Sia
si tratti di una difficoltà relazionale, o di concentrazione, o di apprendimento,
con l’aiuto dell’insegnante puoi tentare di capirne l’origine: se cognitiva o
affettiva.

Per
quanto particolare, non necessariamente sarà sintomo di una patologia.

Se
però dovesse cronicizzarsi allora scegli pure un esperto con cui confrontarti
(non da cui necessariamente portare il piccolo!).

Se
invece è un atteggiamento isolato, osservalo e accoglilo senza liquidarlo
sbrigativamente come “capriccio”: questo sarà utile a te – per conoscere meglio
il tuo piccolo – e a lui, soprattutto se è uno dei bambini in affido familiare o
in adozione nazionale (e internazionale).

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