I VOSTRI BIMBI CONOSCONO IL LORO TUTORE?


Oggi parliamo del Tutore.

Noi MammeMatte ne incontriamo tanti nel nostro lavoro, spesso sono proprio loro a chiamarci, a interessarsi per primi di cercare una
collocazione in famiglia (come alternativa alla comunità) per il minore che hanno in carico.

E spesso sono sempre loro a raccontarci meglio di chiunque altri il bimbo (le sue caratteristiche, quello che gli piace, le sue abitudini…) in modo da facilitarci l’arduo compito di trovare una Famiglia “giusta” per lui!

Io personalmente sono stata affascinata da molti di loro: ricordo ancora una tutrice avvocato che ha trascorso l’intera notte in ospedale
con la mamma e il papà affidatari del piccolo M., aspettando l’esito dell’intervento chirurgico.

Un altro ancora (anche lui avvocato) ha lavorato con noi giorno e notte perchè il suo ormai neo maggiorenne J. trovasse una famiglia che lo traghettasse verso l’autonomia.

Ma altre volte, ahimè!, i tutori sono irrintracciabili, invisibili, specie alle nostre famiglie affidatarie di bimbi con bisogni speciali per le quali sarebbero ancora più necessari.

Veniamo al dunque: chi è il Tutore del nostro bimbo in affido? Che ruolo ha nella vita del nostro piccolo e nella nostra? Ha un ruolo centrale o possiamo farne tranquillamente a meno?

Cosa dovrebbe fare in realtà?

Tanto, molto. In sintesi, infatti, esercita funzione di:

  • rappresentanza legale;
  • amministrazione;
  • cura della persona.

Leggiamo che “Il tutore ha la cura della persona del minore. Lo rappresenta in tutti gli atti civili e ne amministra i beni” (art. 357 c.c.),
insomma il suo compito è encomiabile, illustre, tra i più responsabili.

Il Tutore ha l’onere di proteggere il minore, curarlo e rappresentarlo finanche sostituendolo nel compimento di tutti gli atti di natura
patrimoniale di ordinaria e straordinaria amministrazione.

Una figura centrale, la sua, a dir poco mitologica (e così è descritto dai Giudici dei Tribunali per i Minorenni quando ne parlano); dal
punto di vista legislativo, è una vera e propria figura di raccordo tra la famiglia affidataria e le istituzioni perché sia sempre tutelato il supremo interesse del minore e i suoi diritti.

E non è finita: è promotore di un dialogo costante e circolare tra i diversi attori del progetto (Minore, Famiglia affidataria, Servizi, Istituzioni, Tribunale, Procura, Famiglia di origine).

Forse però fin troppo mitologica, a tal punto che troppo spesso la famiglia accogliente, ma ancor più, i minori affidati… non lo conoscono proprio!

Ebbene sì…sono tante le testimonianze di famiglie che, nell’arco di due anni, hanno sentito telefonicamente a malapena il Tutore una
sola volta (e a fatica); gli stessi bimbi per strada sicuramente non lo saprebbero riconoscere!

In questi casi sarebbe lecito chiedersi come faccia un tutore non calato nella realtà attuale del minore, nei suoi bisogni/disagi/aspettative, a tutelarne i diritti.

Come fa un tutore che incontra il suo piccolo assistito una volta l’anno, o riduce gli incontri a frettolosi appuntamenti da remoto, a tutelarne il supremo interesse?

Il compito del Tutore non dovrebbe fondarsi sulla cura e sulla relazione con il minore?

E qui torniamo doverosamente alla funzione strategica del tutore nei confronti dei nostri bimbi con bisogni speciali (che meriterebbe senz’altro un capitolo a sé).

Ancor più in questo caso il suo affiancamento alla famiglia affidataria, la sua reperibilità, risulta vitale.

A parte le emergenze (come gli interventi chirurgici) sono tanti i diritti di cui i nostri bambini con bisogni speciali possono usufruire ma a cui, senza la firma del tutore, non possono accedere:

  • indennità di accompagnamento;
  • indennità di frequenza;
  • certificazioni di handicap ai sensi della legge n.104/1992
  • atti sanitari…

E i vostri bimbi, grandi e piccoli, che rapporti hanno con il loro Tutore?

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