La genitorialità nelle coppie dello stesso sesso


L’Associazione Italiana di Psicologia, nel 2011, ricorda che non sono né il numero né il genere dei genitori a garantire le condizioni di sviluppo migliore per i bambini, bensì la capacità di assumere questi ruoli.

E veniamo quindi all’importanza dei ruoli genitoriali per il bambino.

Sì, il bambino ha bisogno di una mamma e di un papà verso i quali sviluppare un attaccamento sicuro. Più esattamente: il bambino ha bisogno di persone capaci di ricoprire questi ruoli (il ruolo paterno e il ruolo materno) ma non è detto che questi si identifichino necessariamente con il genere maschile e quello femminile. I ruoli genitoriali sono costruzioni sociali: non è il genere a definire la figura paterna e quella materna, ma il ruolo: il genitore “normativo” è quello che dà le regole, il genitore “accuditivo” quello accogliente.

E, sorprendentemente, i ruoli genitoriali in tutte le coppie, etero e non, sono interscambiabili.

Non è raro infatti incontrare coppie eterosessuali nella quali la figura normativa è assunta dalla mamma, e quella accudente da un papà coccolone.

Come non è raro, ancor più di questi tempi, imbattersi con famiglie monoparentali nelle quali la sola mamma, o il solo papà, svolgono
entrambe le funzioni.

RUOLO GENITORIALE NELLA COPPIA OMOSESSUALE

Le famiglie omogenitoriali sono composte da uno o più genitori omosessuali e possono essere “di prima costituzione” (quando il progetto genitoriale nasce nella coppia stessa), o “ricostituite” (quando i figli provengono da una precedente unione eterosessuale).

Assodata l’unicità che contraddistingue ciascun nucleo familiare al di là del proprio orientamento sessuale, è pur vero che, tra le coppie eterosessuali e quelle omosessuali, si possono intravedere delle vere e proprie differenze.

Prima tra tutte la maggior flessibilità a ricoprire i più semplici ruoli in famiglia: le coppie omosessuali sanno dividersi in modo più equo i compiti domestici e, sfuggendo ai ruoli di genere, concordano più facilmente il proprio ruolo a seconda delle proprie attitudini e dei propri impegni quotidiani.

Ma dove la differenza tra coppia etero e quella omosessuale è più evidente (sempre all’insegna di una maggiore flessibilità) è
nell’espressione della propria genitorialità.

La famiglia omosessuale appare molto più flessibile e lontana dagli stereotipi tradizionali.

Le mamme e i papà omosessuali non possano essere sovrapposti a mamme e papà eterosessuali.

Se, infatti, in una coppia etero la mamma richiama principalmente la figura accudente, in una coppia lesbo la mamma appare molto più libera nell’espressione della propria genitorialità rivestendo il ruolo affettivo ma anche quello normativo.

Allo stesso modo i papà gay sembrano essere molto più affettivi di quelli etero. I papà omosessuali (al contrario di quanto si possa immaginare) non danno vita ad una coppia genitoriale caratterizzata da una doppia dose di mascolinità, non hanno solo le caratteristiche normative che possono essere ricondotte comunemente ai tradizionali papà etero: i papà gay si avvicinano maggiormente al modello della coppia lesbo che citavamo prima ovvero riescono a ricoprire sia il ruolo accudente sia quello normativo.

Crescere infatti in una coppia omosessuale (di donne o di uomini) non impedisce lo sviluppo di caratteristiche mascoline o femminili, bensì promuove una maggior flessibilità di genere (Fulcher et al., 2008; MacCallum & Golombok, 2004), ben lontana dai classici stereotipi maschili e femminili.

Insomma, nel cercare di promuovere e sostenere la cultura della differenza, invitiamo a smettere di confondere le funzioni genitoriali con i ruoli di genere. La struttura familiare non ha nulla a che fare con la capacità genitoriale.

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