Francesca Aru, referente M’aMa Sardegna, nella vita privata si è lasciata ben poco influenzare dal tornado #nonvihochiestodichiamarmimamma. Dei 4 bimbi avuti negli anni, non un adolescente…tutti piccinipicciò (anche se impegnativissimi). Eppure ora diciamo che anche lei comincia ad essere contaminata dalla nostra ossessione:)
“È un periodo in cui parliamo di adolescenza in tutte le salse.
Io, partecipo, ascolto, chiedo. Perché…Perchè potrei parlare della mia adolescenza, di come l’ho vissuta, l’essere ribelle, sfrontata. Potrei raccontare del rapporto burrascoso con mia madre e della sintonia con mio padre. Dell’adolescenza vissuta fianco a fianco con mio fratello (il secondogenito ) e dell’esperienza di diventare nuovamente sorella a 14 anni (col terzogenito ultimo nato).
Ci sarebbero da scrivere libri sulle mie amicizie, quelle nate fra i banchi di scuola e le lezioni di danza classica…amicizie che esistono ancora e mai finiranno.
Poi, i primi amori. Quelli dei bigliettini e delle passeggiate in piazza il sabato sera, con la pizzetta in mano e le sfide a flipper!
Ma la mia adolescenza oramai risale a 30 anni fa, quando tutto era diverso, il mondo era un’altra faccenda ed io ero semplicemente una ragazzina, che amava leggere Kundera e ascoltare Rino Gaetano, indossare giacche di lana e la kefiah, parlare di politica e sperare di poter andare al cinema almeno a Natale.
Ma soprattutto avevo una famiglia.
Ed ero felice.
Un’adolescente felice, senza vuoti o carenze affettive.
Ma oggi!?
In questo mondo complicato, malato, inquinato, cattivo, pieno di guerre e violenza, brutture, solitudine, di rapporti online, di vite paparazzate sui social, tutta apparenza, tutto filtri e finta perfezione…oggi l’adolescente può essere felice?
E se non ha nemmeno una famiglia alle spalle?
Una mamma e un babbo con cui confrontarsi, litigare e poi fare pace?
Una famiglia in cui trovare riparo?
P.s. In foto, un disegno della mia quasi adolescente. Che è complicatissima e bacchettona. Ma ieri mi ha detto che è felice assai …martedì invece era la più triste dell’ universo“. 😁
Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma è in tutte le librerie, ma se vuoi ricevere una copia con dedica personalizzata, e sostenere così la campagna M’aMa a sostegno dell’affido degli adolescenti fuori famiglia, scrivi una email a percorsimama@gmail.com
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