Rubrica – “Caro Giudice, ora mi leggi?” – “Non ti abbiamo mai conosciuto, sappiamo solo il tuo nome”




Ambasciator non porta pena” (le MammeMatte piccioni viaggiatori di storie inascoltate, felici e meno felici).
M’aMa-Dalla Parte dei Bambini dopo aver appurato la veridicità della fonte, si impegna a recapitare il messaggio ricevuto all’indirizzo email mamadallapartedeibambini@gmail.com ai Tribunali per i Minorenni e ai Servizi sociali di tutto il territorio nazionale e, per conoscenza, alle altre realtà associative.
L’anonimato della fonte è mantenuto solo per garantire la privacy del minore. La Rubrica raccoglie “posta mai recapitata”, ovvero tutto ciò che singoli genitori affidatari e/o adottivi non hanno avuto occasione di dire al proprio Giudice di riferimento. 



“Caro
Giudice,

il
nostro percorso è stato un percorso caratterizzato da molto
entusiasmo. Eravamo giovani e motivati ad accogliere.
La
nostra prima bimba: special need.
Conoscevo
l’ambiente della tutela minori e davanti alla classica presentazione
“ha solo qualche piccola difficoltà, ma seguita bene supererà
tutto” ho immaginato ci potessero essere problematiche diverse,
ma sapevo anche che con mio marito eravamo ben preparati alle sfide
(che poi ci sono state messe di fronte).
Quando
alla firma del decreto di adozione definitiva non ti sei presentato
(siamo rimasti quattro ore in sala d’attesa perché, a quanto pare,
ti eri dimenticato di noi e di LEI) avevamo già affrontato tutto il
non detto e non scritto con cui LEI ci è arrivata: il suo zainetto
lo abbiamo aperto insieme a lei, affrontando la maggioranza delle
sfide SOLI CON LEI, senza adeguato supporto terapeutico e
psicologico.
Un
anno però
era
passato e non avevamo perso la motivazione. 



Non l’abbiamo persa
neanche di fronte a quella dimenticanza e al fatto che il decreto
definitivo lo abbiamo firmato in uno sgabuzzino con un sostituto che
non sapeva neanche chi
fossimo (noi
in realtà non ti abbiamo mai conosciuto, sappiamo solo il tuo nome:
hai firmato le carte di una bimba che mi chiedo se hai mai
incontrato).
Quello
a cui non eravamo per nulla preparati è stato, mesi dopo il decreto
di adozione definitiva, il ritardo nel liquidare le migliaia di euro
a fondo cassa
Inps
che la bambina aveva a suo nome.
Dopo
mesi di risposte disattese, di rinvii e presunti problemi, ci siamo
anche sentiti dire da chi l’aveva in carico “
L‘avete
adottata solo per i soldi?”
Ma
tu, questo,
Giudice
lo sai perchè tutto questo
ti
è stato comunicato più e più volte via mail e a voce, senza che
nessuno in tutto il
Tribunale
ritenesse la cosa un problema da risolvere.
Siamo
rimasti soli, caro
Giudice,
con una bambina che ancora oggi, dopo molti anni, non è in grado di
sviluppare una autonomia minima relazionale ed emotiva, per la quale
comincia ad emergere quello che sembra a tutti gli effetti un quadro
psichiatrico in buona parte indotto dalla noncuranza del fatto che
LEI esistesse, e che meritasse di essere tutelata.
Caro
Giudice,
non ti abbiamo sentito neanche quando abbiamo scoperto che i soldi a
fondo cassa che l’inps aveva assegnato a LEI, 
erano
stati in realtà liquidati sul conto corrente personale dell’ex
tutore (uno dei vostri funzionari). Ti abbiamo segnalato
immediatamente la cosa, ma neanche in quell’occasione hai ritenuto
importante risponderci o ritenere la cosa di rilevanza.
Caro Giudice, abbiamo smesso di scriverti, abbiamo smesso di cercare
appoggio nel nostro percorso, ma volevamo dirti che a fronte della
totale assenza tua
(e
dei funzionari che nei confronti di LEI avevano grosse
respo
nsabilità),
LEI ha una vita piena di gratificazioni…ha una rete di famiglie che
come noi hanno intrapreso percorsi simili che MAI ci hanno lasciati
soli, che quando anche i terapisti gettavano la spugna, insieme a noi
ci aiutavano a trovare un modo, ad aprire nuove strade.
Caro Giudice, volevamo solo dirti che per crescere un bambino serve un
villaggio, e tu avresti il ruolo di capovillaggio per i bimbi che
hanno avuto un avvio alla vita difficoltoso…Pensaci qualche volta,
perchè la tua non deve e non può essere solo una firma su una serie
di documenti.
LEI
sta bene, abbiamo superato tante cose e altre ne supereremo ancora.
LEI ha dimostrato che può farcela se qualcuno crede in lei”.



Una MammaMatta

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