Storie d’amore, storie di bambini in affido familiare


“Siamo
una coppia senza figli (biologici).

Per
essere mamma ho fatto tutte le cure possibili e inimmaginabili poi, solo per
rassegnazione e disperazione, ho pensato che la nostra casa potesse essere un
porto sicuro per bambini in affido familiare.

Non
mi vergogno a dire che ho iniziato questo percorso solo perché avevo bisogno di
sentirmi mamma, e il più in fretta possibile.

Ecco
perché non ho pensato nemmeno all’adozione,
a detta di tanti cammino difficile, lungo e costoso.

Così
da due anni nella nostra vita c’è Marco.

E
dal giorno in cui è entrato nella nostra casa, ho toccato con mano che si può essere mamma comunque e per sempre,
anche se non lo si è biologicamente
.

E’
stato Marco a insegnarmelo proprio quando, a pochi giorni dal suo arrivo, mi ha
gridato che non ero la sua mamma e che non mi avrebbe mai voluto.

Ho
sentito una fitta al cuore così forte che ho pensato di morire, ma poi un
semplice bacio, la sera stessa, mi ha fatto capire che il suo non era altro che
un grido di aiuto. 
E
solo pochi mesi fa è stato capace di regalarmi il compleanno più bello della
mia vita facendomi trovare sotto il cuscino un disegno con scritto: “Alla mamma
più bella del mondo”.

Marco
ora ha dieci anni: ha una famiglia molto particolare, un vissuto violento che l’ha
portato a pensare di essere un “cattivo
bambino
”, un bambino che non potrà mai essere amato da nessuno.

E’
uno dei tanti bambini in affido familiare ferito da un passato fatto di rifiuti
e abbandoni.

Con
mio marito fatichiamo ad accettare le sue sfide, la rabbia con cui spesso ci chiede
amore.

Fatichiamo
a vivere i suoi continui sbalzi di umore, come la sua difficoltà a stringere
amicizie con gli altri bambini.

Fatichiamo
e lo accogliamo, sempre.

Quando
andiamo a parlare con le maestre ascoltiamo con le lacrime agli occhi tutte le
difficoltà che incontra giornalmente, ma crediamo in lui e in noi, certi che
andrà sempre meglio.

Marco
è un bimbo come gli altri, anche se siamo consapevoli che come tutti i bambini
in affido familiare, ha bisogno di un’attenzione in più.

I pochi
momenti in cui Marco appare sereno, o ci stringe le mani passandosele sul viso,
ci regalano la forza per andare avanti, insieme.

Sappiamo
che Marco ha una sua famiglia e che forse un giorno tornerà da loro, ma noi ci
saremo sempre per lui, come lui per noi.

Questa
è una certezza e credo lo sia per tutte le storie scritte dai bambini in affido
familiare”.

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