Storie d’amore, storie di bambini in affido familiare



Nei
bambini in affido familiare, in
attesa di amore, non esistono compleanni, Natale…

Mi
chiamo Giacomo e per me il giorno del 18esimo
compleanno
è stato uno dei più
brutti della mia vita.

Mentre
i miei amici sognavano la patente, io non sapevo cosa avrei fatto il giorno dopo.

Avevo
solo tanta paura.

Infatti,
per chi come me ha vissuto tanto tempo in una casa famiglia, dopo i 18 anni
cambiano troppe cose e rimani solo.

Nessuno
ti aiuta.

Devi
andare via, ma dove?

Vorresti
continuare a studiare però non hai soldi e accetti qualsiasi lavoretto ti passa
tra le mani.

Per
me la vita si è spezzata quando, a 9 anni, sono stato allontanato dalla mia
famiglia e messo in una comunità per orfani e bambini in affido familiare.

Ogni
giorno gli operatori del posto mi spiegavano che i miei genitori non avevano
soldi per crescermi, e ogni giorno li pregavo di chiamare mia madre per
portarmi via.

Avrei
preferito mangiare pane e cipolla pur di restare a casa mia. 
Invece,
i miei si lasciarono convincere dai servizi sociali che quella per me sarebbe
stata la situazione migliore.

Così
dai 9 anni fino ai 13 non sono più uscito da quella comunità che accoglieva orfani e bambini in affido familiare.

Poi
è arrivata Maria, 50 anni, una donna sola e senza figli, che mi ha chiesto in
affido appena mi ha visto. 
Di
lei mi hanno raccontato solo che aveva avuto già altri bambini in affido
familiare.

Con
me è stata bravissima e buonissima.

Non
ha fatto altro che parlare bene della mia famiglia e fare di tutto perché
incontrassi mia madre il più possibile. 
Infatti,
non l’ho mai vista tanto quanto in quei mesi.

Ero
quasi felice.

Purtroppo
però un giorno, dopo quasi due anni che vivevo con lei, ho sbagliato.

In
un supermercato ho rubato.

Maria
– come ogni giorno – mi aveva messo in tasca dei soldini, ma io quella volta
non li usai apposta: volevo rubare per sentirmi coraggioso e grande.

Uscito
dal supermercato, mi hanno beccato non appena ho girato l’angolo e Maria non ha
voluto più avere a che fare con me.

Così
sono tornato in casa famiglia.

Fino
ad oggi.

Da
domani invece non lo so perché ormai ho 18 anni e non posso più stare qui.

Non
so dove andare e cosa fare.

Il
lavoro è difficile trovarlo perché le persone appena sanno che hai vissuto in
comunità ti guardano male, pensano che tu abbia problemi, o che tu sia un
cattivo ragazzo.

A
casa dei miei non posso tornare: non hanno soldi e spesso sono io a dargliene. 

Ho
paura e sono arrabbiato con quelli che hanno deciso che i miei non fossero
capaci di tirarmi su, che li hanno convinti a lasciarmi in una comunità di
bambini in affido familiare, e che ora decidono che devo andarmene. 

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