Francesca ha avuto remore a far pubblicare la testimonianza sua e della moglie: “Per fortuna sono poche le coppie incappate in circostanze eccezionali come la nostra, come quella vissuta a Bibbiano. Quello sguardo azzurro, interrogativo, su cui si leggeva “cosa ho fatto” mentre andava via con gli assistenti sociali, mi perseguiterà per tutta la vita.”
“Care MammeMatte, seguendo il vostro sito sono inciampata su questo articolo dei bambini “resi”, ebbene io e la mia compagna siamo una di quelle famiglie, quelle che nonostante l’amore, l’entusiasmo e un progetto in cui avevamo investito tantissimo, ci siamo arrese. Ed è una ferita che non si sanerà mai, la consapevolezza di aver inferto ad un povero essere innocente, che dalla vita aveva già patito tanto, una ennesima ingiusta ferita. Ma tant’è.
Tutto è iniziato nella ormai famosa Bibbiano, pochi anni fa, dopo aver iniziato il percorso di affido sperando di poter dare una famiglia ad un bimbo che non aveva mia provato questa gioia.
All’inizio i servizi sociali ci hanno coinvolte in un progetto di affido part time consensuale, ma la fatica con la famiglia – brave persone anche se tanto problematiche – non è stato dei migliori.
Poi arriva finalmente quella telefonata: un bimbo di 6 anni, con tantissimi problemi, specialneeds, con una storia di maltrattamenti, incuria, violenza e nessuna scolarizzazione. Il progetto di affido inizia. A Bibbiano in provincia di Reggio Emilia.
Un mese dopo è scoppiato l’inferno. L’inferno vero. Mai nella mia vita ho visto tanto odio negli occhi della gente che guardava; tutto il sistema di accompagnamento alle famiglie (se mai è esistito) è stato azzerato. Ci siamo sentite private di tutto come chi si trova da solo nel deserto, senza cibo e senza acqua: solo vuoto, silenzio. Nessuno a cui rivolgersi, nessuno con cui parlare. Un bambino con bisogni speciali a cui potevamo offrire solo amore ma che non eravamo in grado di gestire nelle sue imprevedibili (per noi) crisi di rabbia. Vivevamo la costante paura, pur non avendo fatto nulla, di fare e aver fatto qualcosa di sbagliato. Sensi di colpa costanti e tanti dubbi su tutto, solo nel e per dare amore a quell’esserino.
In coppia ci siamo ritrovate a litigare ferocemente, abbiamo pensato che non riconoscevamo più la persona che avevamo deciso di sposare, siamo arrivate sull’orlo del divorzio. Da fuori ricevevamo solo sguardi sospetti fino a sentir dire più o meno esplicitamente che sarebbe stato meglio, date le circostanze, abbandonar la nave.
E alla fine la marea ci ha sommerse.
Non abbiamo abbandonato una nave: abbiamo abbandonato a se stesso un bambino, una creatura fragile che pian piano aveva cominciato a credere in noi e in una nuova cameretta tutta per se. Quello sguardo azzurro, interrogativo, su cui si leggeva “cosa ho fatto” mentre andava via con gli assistenti sociali mi perseguiterà per tutta la vita.
A me ci son voluti due anni di terapia per riprendermi, mia moglie non l’ha voluta fare e di quelle vicende non parla mai se non raramente e con le lacrime agli occhi.
Impossibile ritentare, anche se confesso una parte di me lo vorrebbe, ma non posso chiederle di mettere una parte così bella e pulita della nostra vita, ancora una volta in mani di istituzioni che tutto hanno dimostrato di volere tranne il “bene supremo del minore”.
Due MammeMatte
Mandaci la tua testimonianza ad affidiamoci@affidiamoci.it (la pubblicheremo in forma anonima)
Care mamme, capisco perfettamente il terrore che potete avere provato
O io sono la mamma affidataria di due fratellini da più di un anno
Ho fatto il corso con karin ed Emilia e mi ero preparata al peggio
Nonostante tutto i bambini sono arrivati con tante difficoltà
Un mese prima ci siamo dovuti occupare anche del figlio di mio marito colpito da un tumore. Io ero tra due fuochi, il marito che non aveva voglia di seguire i nuovi arrivati e questo splendidi bambini che richiedevano la costante attenzione. Specialmente il primo mese avevano bisogno di capire, di respirare un clima di accoglienza…
Anche io e mio marito abbiamo passato delle fortissime crisi, io che come una tigre proteggevo questo ciccioli e lui che aveva il dolore del figlio.
La famiglia scissa in due.
Poi fortunatamente l’ amore è stato più forte di tutto.
Ho chiesto aiuto agli psicologi sia per me, che per i bambini e anche per la nostra coppia
Ora quando vedo che mio marito abbraccia o gioca con i bambini il cuore mi si riempie di gioia.
A volte nella vita conta tanto la fortuna, noi siamo stati fortunati, ma chiaramente la mia testardaggine ha fatto sì che trovassi gli aiuti anche fuori.
Per me i miei cuccioli è come se fossero sempre stati con me, sono la mia gioia, mi diverto un sacco con loro. Ridiamo e giochiamo tantissimo
I bambini hanno messo a dura prova la mia famiglia, ma penso che se non ci fossero la mia vita sarebbe tanto arida
“Il mio consiglio è sempre quello di farsi aiutare, se il centro affidi della zona non è presente si può ricorrere a quelli privati”
Ho paura che il vostro dolore vi accompagnerà per molto tempo, ma è anche vero che quando una persona fa il massimo che può fare, non deve sentirsi in colpa.
Solamente non eravate all’altezza, o non era il momento giusto.
Un caro saluto
Senza giudizio
E con affetto
Un mamma matta felice