T. è una giovane donna single che ha mostrato grande perseveranza e determinazione quando giorno dopo giorno è andata alla ricerca di un centro affidi che accogliesse la sua disponibilità a formarsi. Spesso, infatti, non è così semplice trovare un corso per diventare genitori affidatari, organizzato nel proprio comune di residenza. Ed anche per T. è stato difficile ma, ricerca dopo ricerca, è riuscita a trovarlo e quando lo ha trovato ha dovuto attendere che la chiamassero a colloquio: sono passati giorni, settimane, mesi. Poi è arrivato il giorno e T. ha iniziato il percorso, lo ha terminato ed è stata inserita nel database delle famiglie affidatarie. A quel punto è successo l’imprevedibile: dopo soli pochi giorni l’assistente sociale l’ha chiamata per la sua piccola A.
“Ciao, vi racconto la mia esperienza sperando che possa essere utile a tutti.
Io ho iniziato il percorso di affido da single con le MammeMatte che mi hanno poi indirizzata ai Servizi sociali, quelli con cui loro collaborano perchè più aperti rispetto ad abbinamenti con famiglie mono e omogenitoriali.
L’attesa più lunga è stata proprio la loro chiamata che coincideva con il terminare il percorso formativo e l’entrata nel database delle famiglie affidatarie: attesa durata un anno.
Dopodiché, però, tutto è stato relativamente più veloce (dico relativamente perché la burocrazia è una macchina talmente lenta in ogni step che bisogna davvero essere motivati al 300% per non desistere).
I servizi (a cui sono piaciuta tanto probabilmente anche per le mie esperienze lavorative passate in casa famiglia e per il mio lavoro a scuola che mi permette di avere orari compatibili con quelli di un bambino, cosa da non sottovalutare se sei single), mi hanno chiamata dopo appena due mesi per propormi una piccola con un problema sanitario. Da lì attese, silenzi, ansie, perché bisognava aspettare che anche il giudice decidesse se farla accogliere in affido o farla rientrare in famiglia di origine, quindi non c’era nemmeno un decreto. Ansia a 3000 e tutto finisce con la decisione di un rientro in famiglia.
In ogni caso la bimba non l’avevo conosciuta quindi tutto rientrava in una stressante attesa e stop.
Dopo poche settimane mi chiama un’altra assistente sociale che mi dice di aver avuto il mio numero da quella che seguiva la bimba e che aveva una situazione da propormi. Io vado all’incontro felice ma coi piedi per terra sapendo che al termine di questo se avessi accettato avrei ricominciato quel terribile periodo di attesa lunghissimo per sapere anche solo se fossi stata scelta tra chissà quante altre coppie (‘capirai sicuro scelgono una coppia quindi non farti illusioni’ mi ripetevo). Quindi vado all’incontro e mi parlano di A. di cui già l’altra assistente sociale mi aveva accennato tempo prima perché ‘inizia a pensare che a breve modificherai la tua vita perché se non va in porto la situazione della bimbetta piccolina abbiamo altre situazioni di cui parlarti’.
Ricordavo questa bellissima frase che mi ha aiutata a non mollare!!
Detto fatto mi parlano di A., 7 anni di cui 6 in casa famiglia, nessun problema sanitario o disabilità (lo specifico perché so che i single non vengono quasi mai chiamati per bambini piccoli e senza grandi problematiche sanitarie, e perché comunque io avevo dato disponibilità a 360 gradi).
Io, entusiasta e a 3000, dico che sono interessata e che so che ora dovrò essere paziente ed aspettare che il giudice decida e scelga la famiglia. Loro (assistente sociale e psicologa) mi rispondono: ‘no no, noi abbiamo già scelto te, se per te va bene il 15 marzo andiamo in casa famiglia così puoi conoscerla e a Pasqua si può pensare di farle passare la prima notte a casa tua se saranno maturi i tempi!’. Io chiedo: ‘Cioè? Ho capito bene? Sono io? È deciso? Avete scelto me?’ E così il fatidico giorno è arrivato, poi è arrivato il decreto di affido, tutto in un baleno…ad oggi non ci sono i presupposti per un rientro in famiglia, saranno mantenuti gli incontri con i genitori, la piccola è stata ascoltata due volte dal giudice ed è stata rispettata la sua volontà. Io stessa ho conosciuto la sua famiglia e lei è stata felicissima di vedere che ci presentavamo, salutavamo e abbracciavamo.
C’è da dire che è una bimba bravissima, educata, rispettosa, intelligente. E magicamente è come se fosse stata sempre con me.
Quindi quello che mi sento di dire è non mollate, ci saranno momenti difficili, di attese infinite che vi faranno pensare di non farcela, mille incontri con i servizi in cui vi sentirete spaventati di non piacere o di essere reputati non adatti, mille paure quando vi troverete davanti ad un frugoletto più spaventato di voi (e da single è sicuramente più difficile perché per quanto avrete famiglia e amici vicino non avrete un’altra persona che vive e condivide con voi la situazione al 100% ), ma se siete davvero motivati non mollate mai perché tutto ha un senso e il caso non esiste: il perfetto incastro arriverà”.
Una MammaMatta non più in ansia di attesa
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