Storie di amore e di bambini in affido familiare: “Oggi posso dire di essere un padre”


Cinque anni di Famiglia, cinque anni di quotidianità intrisa di confidenze, abbracci, rimproveri, obiettivi raggiunti… tra due papà e una figlia arrivata con un vissuto faticoso alle spalle e ora grande a sufficienza per riconoscere il percorso fatto insieme. Due papà che hanno accolto il suo passato, ricongiungendolo faticosamente con il presente, eppure, questi due papà ancora oggi sentono addosso il pregiudizio rispetto alla loro “famiglia alternativa”. 

“Scrivo questa lettera per dare una voce al silenzio.

Siamo due papà, questa mia affermazione a molti suonerà strana ad altri potrà sembrare una cosa contro natura. Ho cercato più volte e in più occasioni di trovare altri termini per definire il rapporto che ci lega a B, la ragazza che da oltre 5 anni abbiamo in affidamento e di cui ci prendiamo cura, ma non esiste altro termine che lo può definire.

Io ed il mio compagno eravamo e ci sentivamo una famiglia ancor prima che B entrasse a far parte della nostra vita.

Purtroppo, per colpa dei luoghi comuni si crede ancora che colui che mette il proprio contributo durante il concepimento sia padre, ma sappiamo tutti che questa non è la verità.

Sono passati ormai oltre 5 anni da quando B è entrata a far parte del nostro mondo. È cresciuta, cambiata ed il ricordo mi porta a quando ha varcato la porta di casa, era una scricciola di 9 anni impaurita e sofferente ed io non capivo niente.

La sua sofferenza era palpabile e quel macigno che portava dentro mi faceva mancare il fiato e sentire impotente.

Poco a poco è riuscita a confidarsi dapprima in silenzio, ma mi bastava uno sguardo per capire che oltre a quello scudo c’era qualcosa di meraviglioso.

Poi lentamente ha iniziato a parlare, a confidarsi e ci ha fatto entrare nel suo mondo, un mondo totalmente diverso dal mio.

Io, cresciuto nella classica famiglia del Mulino Bianco, una di quelle che si vedono nei film, e lei che mi ha catapultato in una realtà per me inconcepibile… Lì mi sono reso conto che in quarant’anni di vita io non mi ero trovato ad affrontare ciò che lei, in tenera età, aveva già vissuto e che riteneva la normalità.

Non è stato facile, quante lacrime ho versato, quante volte mi sono immerso nella vasca da bagno e ho urlato sott’acqua perché avrei voluto prendere io tutto il suo dolore. Ma ciò non era possibile, ed ho capito che il mio compito ed il mio dovere era cercare di alleviare le sue sofferenze cercando di farla vivere in un ambiente ricco d’amore e dove si poteva sentire sicura.

Così è stato, oggi siamo per lei due papà, due amici, due confidenti.

Siamo certamente una famiglia alternativa agli occhi della gente, ma per me questa famiglia, la MIA famiglia è la più bella del mondo.  Non esiste e non esisterà ostacolo che non supereremo per lei, qualsiasi sacrificio fatto per il suo benessere verrà dal cuore e non sarà un peso per noi. Sono orgoglioso di lei e del mio compagno, grazie a loro ho realizzato un sogno, OGGI POSSO DIRE DI ESSERE UN PADRE”.

Un BabboMatto

 

Mandaci la tua testimonianza ad affidiamoci@affidiamoci.it (la pubblicheremo in forma anonima)

One thought on “Storie di amore e di bambini in affido familiare: “Oggi posso dire di essere un padre”

  1. Che meravigliosa famiglia siete.
    La famiglia è il luogo dove ci si sente amati, protetti, coccolati.
    Bravi per aver dato una famiglia a chi ne aveva bisogno.

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