Storie di amore e di bambini in affido familiare: “Il primo incontro di due neo papà”


Primo incontro di T. e S. con il loro bimbo. I due neo papà affidatari incontrano R., 12 anni, in compagnia dell’assistente sociale. L’incontro è spontaneo e solare. Al bimbo poco importa che siano due uomini, piuttosto chiede quanto sia “grande la sua nuova casa”:) Insomma, è nata una nuova Famiglia.

“Mercoledì scorso abbiamo finalmente incontrato R.

Eravamo agitatissimi, ci siamo addirittura svegliati alle 4 del mattino pieni di dubbi e ansie. Poi nel pomeriggio finalmente ci siamo incontrati: l’appuntamento era stato fissato in un bar, all’interno di una saletta riservata, così come da accordi presi con gli assistenti Sociali.
Io con il mio compagno siamo arrivati per primi e siamo rimasti seduti ad aspettare: io con le mani ghiacciate e sudate, il mio compagno in ansia e agitato. Ci domandavamo di cosa avremmo potuto parlare, cosa avremmo potuto chiedergli, come avremmo dovuto salutarlo per non fargli capire che eravamo imbarazzati e, soprattutto, ci chiedevamo, se gli saremmo piaciuti.
A un certo punto ecco apparire R. insieme con la sua educatrice, li abbiamo visti arrivare dalla finestra del bar e già fin da quei primi minuti tutte le nostre ansie sono cominciate a diminuire, così come tutte le domande e i dubbi che ci avevano assillato fino ad allora…spariti.

R. si è presentato a noi in tutti i suoi 12 anni, come un fiume in piena. Sebbene in un primo momento ci parlasse senza mai guardarci, ci ha raccontato tantissimo di sé, e ci ha fatto un sacco di domande, tra le prime se eravamo ricchi e se la nostra casa era grande (ci ha fatto molto ridere, speriamo solo non resti troppo deluso…).
Come ogni ragazzino adolescente, mentre ci raccontava vari aneddoti della sua vita, ci ha detto che non ama molto gli abbracci. Io, in tono scherzoso, ho ribattuto che almeno una volta l’anno dovrà sforzarsi un pochino perché a me invece piacciono molto, e questa volta è stato lui a mettersi a ridere!
La cosa che ci ha piacevolmente colpito di R. è che non ha avuto alcun problema all’idea di essere accolto  da una famiglia di due papà. Naturalmente i servizi sociali gliel’hanno detto prima di incontrarci. Ci hanno raccontato che ha chiesto se eravamo gay ma ha ribadito subito che per lui andava benissimo lo stesso.

Questo primo nostro incontro è durato quasi tre ore che sono letteralmente volate via. Ora dobbiamo aspettare il prossimo incontro e non vediamo l’ora. Speriamo soltanto che lui si trovi bene con noi e che tutto proceda per il meglio.
Ci siamo trovati benissimo anche con i Servizi Sociali che ci hanno supportato tantissimo, persone davvero splendide e competenti.
L’unica cosa che ci spaventa un po’ (a tutti e quattro), è la lunga attesa. I Servizi sociali preferirebbero che finisse la terza media in struttura, e questo significa che non potrà vivere con noi fino a fine giugno. Ma d’altronde capiamo che è per il suo bene e quindi dovremo aspettare. Anche R. è molto dispiaciuto, si sarebbe volto trasferire da noi immediatamente, addirittura il giorno stesso.
Siamo comunque talmente felici che non è possibile descriverlo sulla carta”.

Due NeoBabbiMatti talmente felici (che non è possibile descriverlo su carta)

 

Mandaci la tua testimonianza ad affidiamoci@affidiamoci.it (la pubblicheremo in forma anonima)

 

2 thoughts on “Storie di amore e di bambini in affido familiare: “Il primo incontro di due neo papà”

  1. Purtroppo e vi parlo anche da operatore sociale i servizi x i minori sono lenti spesso a causa di carenze di personale e di carichi di lavoro , a cui frequentemente si aggiungono i ritardi dei Tribunali dei Minorenni .. e chi ci va di mezzo in primis sono i bambini che aspettano mesi prima di essere collocati in famiglie affidatarie. Una situazione grave a cui nessuno finora ha posto rimedio …

    1. Grazie Luca della testimonianza. Confermo purtroppo sulla carenza del personale e sul sovraccarico di lavoro. Spesso noi MammeMatte ci ritroviamo a collaborare con servizi sociali solerti ma bloccati da lungaggini burocratiche e da troppo lavoro in giacenza.

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