Testimonianze, Storie di amore e bambini: “Ho smesso di essere arrabbiata con mia mamma di pancia”


 

Grazie a E. e alla sua
testimonianza possiamo fare gli Auguri per la Festa della Mamma a
tutte le mamme che lo sono state per poco, compiendo una scelta
faticosa, dolorosa e spesso protettiva nei confronti del proprio
bimbo.


Questa
è la mia prima foto post parto, perché pubblicarla? Per spiegare
come e quando ho smesso di essere arrabbiata con mia mamma “di
pancia”.

Sapete
per tutta la vita non ho fatto altro che cercare di capire come mai
quella donna, che mi aveva tenuto nella pancia per ben 9 mesi della
mia vita, mi avesse lasciato sola in un ospedale. Era terribile
accettare il fatto che potesse aver fatto questa scelta senza
pensarci troppo, o almeno io credevo così.

Ma
dopo aver partorito è cambiato tutto.

Vedete
non ho potuto che smettere di provare rabbia, quel sentimento si è
trasformato in tenerezza e compassione. Perchè quando partorisci te
lo senti ovunque dalla punta dei capelli alle dita dei piedi, te lo
senti nelle viscere più profonde del corpo. Quando partorisci ti
sembra di essere andata a sbattere a 300 km/h contro un muro fatto
della pietra più resistente. E te lo senti non solo per la fatica
fisica, ma anche e soprattutto per quella emotiva. Ti svuoti di un
esserino, che per mesi è stato un unico sistema simbiotico con te.
Stai dando al mondo la cosa più preziosa che sai di aver fatto e
devi farlo a tutti i costi, non puoi decidere il contrario.

Ecco
dopo aver partorito ho pensato alla devastazione fisica ed interiore
che potesse avere ‘quella donna’ che non solo aveva da sopportare
il colpo a 300 km/h contro il muro, ma anche la consapevolezza di
aver dato al mondo qualcuno che ha scelto di non vedere mai più.

E,
per quanti anni l’avessi creduto, ora sono certa che non si possa
essere dimenticata tanto facilmente di quel parto. Perchè non te lo
dimentichi mai, ti rimane sulla pelle, nelle cicatrici, nelle
smagliature, nei chili in più, nell’incontinenza urinaria, nel
sangue che scende incontrollabile per 40 e oltre giorni dopo il
parto.

Ecco
perché ho smesso di essere arrabbiata, perché io nonostante abbia
dovuto sopportare questa grandissima fatica potevo fare un respiro di
sollievo guardando negli occhi la creaturina che avevo in braccio.
Lei no, lei doveva sopportare quell’impatto nella solitudine e
nella consapevolezza di aver lasciato al mondo qualcosa di suo.

Non
ho potuto che abbracciarla con il pensiero”.

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