Per
ben 4 anni dall’arrivo della piccola Emma i suoi genitori adottivi
hanno lottato contro una follia burocratica che, anziché
sostenerli nella gestione dei suoi bisogni
speciali,
li ha ostacolati, emotivamente
ed economicamente.
Per
4 anni si sono vissuti l’assenza del Tutore (senza quindi la
possibilità di delega per terapie e esami necessari alla bimba);
hanno assistito increduli alla sparizione del conto corrente
della bimba sul quale però
l’INPS continuava
ad accreditare
l’invalidità…
I
genitori
di Emma che solo oggi, dopo 4 anni, sono stati
riconosciuti tali anche
per Legge, credono
che basterebbe poco per migliorare le cose:
“Le
famiglie hanno difficoltà a gestire i bisogni
speciali
dei loro figli (…) questo enorme disagio si potrebbe evitare se
solo ci fossero persone più attente al ruolo del Tutore…e se sui
decreti del tribunale ci fossero specificate le competenze e le
deleghe per gli affidatari”.
“Mio
marito ed io abbiamo iniziato la nostra storia di Accoglienza come
Famiglia Affidataria, non abbiamo mai desiderato ‘possedere’ un
figlio ma abbiamo sempre pensato che i bambini debbano essere messi
in protezione per il tempo che serve poi saremmo stati capaci di
lasciar andare, dopo tutto noi siamo gli adulti.
Dopo
molte esperienze di affido, varie peripezie e qualche delusione,
leggo l’Appello
(sì
perché abbiamo conosciuto le MammeMatte
proprio grazie a quell’Appello!!)
di una bimba con Bisogni
Speciali,
per lei cercavano una famiglia per sempre, ma noi ci eravamo
innamorati di quelle quattro righe.
Eravamo
‘incastrati’.
Dopo
la burocrazia, gli incontri con i servizi sociali, con il Tribunale
per i Minorenni, i referenti della comunità dove viveva la ‘nostra
bimba’, riusciamo, finalmente, a conoscere Emma e, se prima ci
eravamo innamorati dell’idea di nostra figlia, vederla è stato
‘riconoscerla’: in quel momento tutte le mie apprensioni e paure
si sono sciolte in quegli occhi scuri e nel suo sorriso.
La
nostra storia però comincia in salita.
I
responsabili della struttura in cui è ospitata la nostra bimba, dopo
essersi dimenticati di lei per vari anni (non si erano certo
preoccupati di trovarle una famiglia) ci mettono fretta per portarla
a casa. Ovviamente la voglia di portarla subito con noi era forte ma
per fortuna abbiamo fatto le cose nel modo giusto, prendendoci il
tempo necessario per sistemare tutto quello che serviva per
accoglierla (documenti sanitari, attivazione di servizi, ecc…). Non
so come avremmo fatto se non ci fossimo impuntati sulla necessità di
avere i documenti a posto prima di portarla a casa, infatti i mesi
successivi al suo arrivo a casa sono stati veramente complicati da
gestire dal punto di vista burocratico (burocrazia e mancanze che
naturalmente ricadono sulla quotidianità dell’accoglienza).
Così
mentre la piccola è sempre stata adorabile (ci è bastato imparare a
riconoscere i suoi bisogni e affinare le nostre capacità di
attenzione…), IL TUTORE E…TUTTO IL ‘CUCUZZARO’ DECISAMENTE
SONO STATI MENO ADORABILI!
Per
un’accoglienza di un bimbo con bisogni speciali (ma anche negli
altri casi) il tutore è FONDAMENTALE; la sua presenza e la
conoscenza personale della situazione, anche e soprattutto sanitaria,
del bambino che ha in tutela DOVREBBE essere scontata.
Il
tutore dovrebbe essere costante e attento in quanto è la sua firma
quella che conta. E’ lui che decide. Nel nostro caso il tutore era
quasi introvabile, la sua assistente anche, oltre che, a mio avviso,
anche poco preparata. Abbiamo fatto non so quanti viaggi a vuoto per
ottenere documenti o incartamenti necessari che poi puntualmente
erano incompleti: mancava l’impiegato, mancava un foglio, mancava
una firma o non si sapeva di chi fosse la responsabilità. C’era
sempre qualcosa che non andava nel primo appuntamento.
La
gestione delle terapie, decidere QUALI terapie fossero utili a
‘nostra?!?’ figlia, la gestione degli ausili, l’iscrizione a
scuola, la stessa pratica della 104…tutto difficilissimo perché
noi non potevamo decidere e fare NULLA.
Come
se non bastasse tutta la confusione burocratica, non sono mai
riusciti a risalire al conto corrente della bimba, su cui l’INPS
accreditava l’invalidità: dov’erano finiti i soldi di Emma?
Soldi
suoi che sono utili per gestire i suoi bisogni speciali, senza
contare che essendo un affidamento legato ad un procedimento
adottivo, non ci è stato riconosciuto neppure il contributo di
affido previsto per legge, per ben 4 ANNI (sì perché la procedura
si è “ARENATA” per 4 anni), quattro lunghi anni di limbo.
Ad
un certo punto però, per fortuna, dopo un anno di ‘follia’
burocratica finalmente un altro decreto di affidamento, cambia il
tutore e le cose vanno meglio anche se, nonostante abbiamo facoltà
di decidere autonomamente (perché è specificato nel decreto del
Tribunale) a livello scolastico e sanitario per nostra figlia (che di
fatto però non è figlia perché è ancora in affidamento), non
potevamo però gestire la sua invalidità a livello economico;
infatti quando abbiamo avuto la necessità di montare in casa un
ascensore per le difficoltà motorie della bimba, che nel frattempo
cresceva, siamo riusciti ad avere solo un irrisoria somma x le spese.
Per
quattro anni non eravamo genitori di Emma, non era figlia quindi il
conto corrente doveva essere gestito dal tutore. Ma se non ci fosse
stata Emma (che per fortuna c’è) a noi l’ascensore sarebbe
servito?
E’
anche imbarazzante parlare di soldi legati ad un figlio, ti fanno
sentire anche fuori luogo ma dopotutto sono i soldi di Emma e le
servono per stare bene ORA, NON DOPO, non da adulta, ORA.
Tutte
le peripezie burocratiche, queste cose, sono durate per ben 4 anni.
Fortunatamente
la Rete delle MammeMatte ci ha supportato e aiutato a trovare
la ‘strada’ per portare a conclusione il procedimento adottivo e
oggi finalmente possiamo dire che anche per la legge Emma è Figlia
Nostra.
Certo
che questa enorme fatica e disagio si potrebbe evitare se solo ci
fossero persone più attente al ruolo del Tutore che, ripeto, è
Fondamentale, e se sui decreti del tribunale ci fossero specificate
le competenze e le deleghe per gli affidatari. Perchè, ad oggi, le
famiglie hanno davvero difficoltà a gestire i bisogni speciali dei
loro figli.
Voglio
però concludere raccontando anche che abbiamo trovato sul nostro
cammino persone che hanno cercato di sopperire a queste difficoltà
facendo qualcosa in più del loro compito lavorativo…E che la forza
che abbiamo avuto x sopportare queste avversità sono arrivate grazie
alla Rete delle MammeMatte e dal Sorriso Coinvolgente e
Fantastico di Nostra Figlia”.
Una
MammaMatta e un BabboMatto doc