L.
è diventata Mamma di “un gigante splendido, alto 1,75 cm, 13 anni,
quasi 14”. La data speciale di L. è il 5 Agosto “sì, la nostra
famiglia è nata due anni fa, il 5 Agosto 2019 per la prima volta
abbiamo incontrato nostro Figlio e siamo nati come Genitori e lui è
rinato come Figlio”.
Ha
gli occhi di un colore indefinito, meravigliosi ma timorosi: “Ora,
due anni dopo, gli occhi sono sempre bellissimi anche perché
ora sorridono, il timore ha lasciato spazio all’amore, e anche se
ogni tanto qualche ombra torna ad offuscare lo sguardo, subito il
sorriso torna a splendere”.
“La
nostra storia è iniziata nell’Ottobre del 2015, quando abbiamo
deciso di presentare domanda di adozione al Tribunale per i
Minorenni. Consapevoli di non essere più giovanissimi (io 47 e mio
marito 46 anni),non abbiamo posto paletti di nessun genere per non
precluderci nessuna possibilità per un eventuale abbinamento.
Così
è cominciata l’attesa e la nostra “gravidanza” è durata ben
182 settimane!
Al
primo rinnovo è arrivato l’abbinamento! Poche e scarne
informazioni: 13 anni, maschio, orfano di entrambi genitori, con un
fratello molto più grande ma non in grado di occuparsi di lui e
nessun altro familiare disponibile a prendersene cura. Il bimbo in
quel momento si trovava in una casa famiglia.
Il
Giudice ci chiese se volevamo prenderci qualche giorno per decidere
ma io e mio marito ci siamo guardati ed abbiamo detto subito SI a
nostro figlio!
Solo
dopo abbiamo scoperto che mio marito l’aveva già incontrato
portando i doni come Babbo Natale proprio nella casa famiglia dove
lui si trovava e gli aveva consegnato proprio lui il regalo (che non
gli è piaciuto, ma ancora lo conserva). Insomma mio marito aveva
consegnato un regalo a quello che ancora non sapeva che sarebbe
diventato a sua volta il nostro regalo più grande…
I
nostri amici e parenti saputa la notizia hanno subito cominciato a
tartassarci di domande: “Siete proprio sicuri?” (Ovvio!); “E’
un adolescente!” (Giusto per la nostra età!); “E’ grande!”
(Su questo non sbagliavano…infatti calza il 45/46 di piede!); “Non
si affezionerà” (Il mio cane “mi è affezionato”, per lui io
sono la Mamma!); “Ma lo avete scelto grande perché non eravate in
grado di badare ad uno piccolo?” (Sono stata babysitter per 30
anni! un minimo di capacità mi sarà pure riconosciuta!).
Al
primo incontro lo aspettavamo in una stanza pieni di incertezze e
paure: non era un bambino ma un adolescente, come dovevamo
comportarci? Come ci avrebbe accolti? Gli saremmo piaciuti?
Poi
finalmente è entrato: un gigante di 175cm! Tutto vestito di nero,
sguardo basso ma indagatore.
Si
siede di fronte a me scrutandomi ogni tanto con due bellissimi occhi
dal colore indefinito: timoroso, risponde a monosillabi.
Mi
guarda, gli dico: “Non ti preoccupare quello che provi tu lo provo
anch’io”, sorride.
Ci
lasciano soli, ci offre un succo di frutta e poi chiede se vogliamo
giocare a carte… ecco, la nostra famiglia è nata con una partita a
scala 40!
Dopo
4 mesi di incontri viene a casa per la prima volta: la sera febbre a
39, “troppa emozione,troppa gioia”, ci dirà dopo.
Non
dico che non ci siano state difficoltà, abbiamo litigato, ci siamo
scontrati, abitudini diverse…ma ne abbiamo parlato, discusso, ci
siamo capiti e piano piano ci siamo uniti, amati….complice anche il
lockdown che ci ha chiusi in casa e ci ha dato il tempo di
conoscerci.
E
così d’incanto, un bimbo grande (cui era stato detto “per te non
sarà facile trovare una famiglia perché sei grande”) e una coppia
(cui era stato detto: “per voi non sarà semplice vista l’età”)
sono diventati Famiglia.
Il
suo bisogno di amore ha incontrato il nostro.
I
bimbi grandi hanno una maggiore consapevolezza del loro passato, lo
ricordano, ma hanno tanto bisogno di un futuro sereno, tanto bisogno
di amore, di protezione ed è questo il nostro compito: amarlo
proteggerlo.
Sono
quasi due anni che è con noi ed è la nostra forza, la nostra luce,
la gioia più grande.
Certo
mi manca non aver percorso con lui quel pezzetto di strada in cui
era piccolo piccolo, non averlo preso in braccio, non averlo cullato,
non aver visto i primi passi, il primo dentino, sentito la prima
parola.
Così
come mi manca non sentirlo chiamarmi Mamma perché non vuole
“tradire” chi mi ha preceduta, ma il mio nome lo ripete di
continuo ed io so che equivale a Mamma x lui, e quanto è bello
quando si accoccola vicino a me, quando è lui a prendermi in
braccio, quando si addormenta tra le mie braccia, quando mi cerca,
quando mi manda un messaggio e scrive mamma ti voglio bene…”
Una
MammaMatta (di un bimbo “già grande”)