A.
e T., genitori affidatari come tanti, affaticati e impegnati come
tanti, davanti
alle testimonianze
dei minori “resi” sospendono
ogni giudizio su bimbo e famiglia e
si
chiedono
perché l’istituto dell’Affido, di una potenza inaudita, debba
essere ridotto ad un “io
speriamo che me la cavo”.
“Care
Karin ed Emilia,
vi
seguiamo e abbiamo letto l’articolo di N., ‘restituito’ a 16
anni. Ancora di più dell’articolo ci hanno colpito i commenti
delle varie famiglie affidatarie e di quelle parole che fanno un eco
di solitudine, amarezza, sconforto, amarezza e delusione. Un eco che
rimbomba spesso anche in tutte quelle parole che anche noi non
pronunciamo per scelta. Perché per rispetto del minore o della sua
famiglia non ci permettiamo lo sconforto, non ci concediamo il lusso
della sconfitta, di dare sfogo a quel senso di impotenza e di rabbia
che diventa un fedele, quanto sgradito, compagno di viaggio.
In
Italia dell’affido nessuno sa niente, a livello sociale è
bizzarro, curioso, a volte anche bislacco.
Perché
mai questa famiglia si sarà andata a ficcare in questo casino di
proposito, saranno dei sadici? La situazione che ti viene proposta
nasconde quasi sempre il buon 75% della verità, a mano a mano che ti
ci addentri scopri eventi che ti sconcertano ma tu non ti puoi
sconcertare.
La scuola non è pronta, non è formata, non è
preparata: ‘lei è …? La prende lei la bambina?’. I servizi poi sono
la parte forse più disarmante.
In
15 mesi noi siamo stati psicologi, sociologi, educatori, psichiatri,
sponsor, pediatri, nutrizionisti, consulenti, avvocati, factotum,
sciamani.
Loro?
Aperti dalle 9 alle 16, week end esclusi e festività esclusi.
Nelle
Emergenze
poi?
‘Chiamate i carabinieri ma sappiate che poi non si può tornare
indietro’.
Grazie
del consiglio prezioso, come faremmo senza di voi!
Tutto
questo per dire che l’affido in Italia va raccontato, spiegato,
condiviso, INSEGNATO. Tocca vite che non saranno mai più le stesse
di prima, disegna linee spazio-temporali che nessuno aveva previsto,
disegna nuove costellazioni, riscrive libri di piccole e grandi
storie, stringe patti di sangue indissolubili in cui il sangue non
c’entra.
Ma è un istituto totalmente fuori controllo, uno
strumento di una potenza inaudita ridotto a ‘io speriamo che me la
cavo’.
E
questo i bambini non se lo meritano.
E
noi neanche.
Con
affetto e ammirazione”
A.
e T, Una
FamigliaMatta
Buongiorno noi stiano cercando di contattare il referente dei servizi sociali del nostro comune per iniziare il percorso adozione dal 25 aprile ed è introvabile. Ci ha risposto solo una volta dicendo che avrebbe organizzato un corso perché ci sono 3 coppie interessate. Ma aspettiamo invano….tutto questo in provincia di Modena. È normale? Non so a chi denunciare la cosa…
O comunque..posso fare il percorso in un comune limitrofo?grazie. Sono già disgustata
Purtroppo la difficoltà di trovare i centri di formazione è comune a fin troppe regioni:( Allora: se siete interessati al percorso adottivo contattate direttamente il vostro tribunale di riferimento; per il percorso sull affido se il vostro centro affidi non organizza corsi allora contattate quello del comune limitrofo. Spero di esservi stata utile altrimenti scrivetemi una email a karin@affidiamoci.com