Il nostro piccolo grande Babbioncino ieri, martedì 5 dicembre, presso la Sala Consiliare del Municipio XII di Roma, non si è lasciato intimorire dall’aspetto istituzionale del luogo né dagli interlocutori incravattati, ma ha parlato di sé, con autoironia e determinazione, come non ci fosse un domani!
Solo qualche tentennamento al ricordo di quando ha capito che in “quel posto” (la comunità) non ci sarebbe dovuto stare una sola notte, ma “tanto tanto tanto tempo, sicuramente anni”.
Per il resto il racconto del nostro piccolo grande uomo di 13 anni, che ha accompagnato la presentazione di Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma, è stato ricco di ironia e autoironia ed è stato bello così. Spontaneo, divertente, pieno di aneddoti capaci di arrivare dritti al cuore degli interlocutori: assessori, giuristi, medici, assistenti sociali e…mammematte🙂
Tutto è servito per far capire che dieci anni in struttura possono essere “cancellati con un solo colpo di spugna se un bel giorno appare una coppia che per te vuole essere un punto di riferimento per tutta la vita, e poco importa se si tratta di una mamma, due mamme, un papà o due papà…quando stai in comunità da così tanti anni l’importante è che venga qualcuno che si voglia occupare di te. Infatti i miei quando li ho visti la prima volta tutto mi sembravano tranne quei due genitori che mi ero tanto immaginato un giorno di incontrare: lei sembrava una hippie e lui un meccanico”.
Oggi, dopo quattro anni, la hippie è diventata la sua mamma, e il meccanico il suo papà:)
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