Sfinge emotiva, imperturbabile, vive all’interno di un ordine prestabilito che non ama venga scosso da variabili esterne né da suoni o schiamazzi di sorta. È unica e speciale.
Lei è Babbioncina, la più piccola delle due adolescenti che, in Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma irrompono in una famiglia attraverso l’affido.
Molte famiglie hanno una Babbioncina in casa e, proprio come la protagonista di questo diario, l’hanno accolta quando era già grandicella, dopo anni di attesa. Anni in cui loro aspettavano qui, mentre lei (o lui) aspettava altrove, dall’altra parte del mondo, dentro una struttura, contando i secondi, i minuti, le ore.
E poi è arrivato il fatidico incontro.
Accogliere un adolescente con un vissuto speciale, con bisogni speciali, con abilità diverse rispetto a quelle cui siamo abituati, è un po’ come iscriversi a un corso avanzato di vita, dove il programma cambia ogni giorno e il docente… siamo proprio noi (e senza mai aver studiato la materia!).
Dicono che gli adolescenti siano imprevedibili, ma chi ha accolto un ragazzo con bisogni speciali sa che l’imprevedibilità può raggiungere livelli inimagginabili:)
In questo diario vedremo come con Babbioncina la mamma affidataria ha dovuto dimenticare l’idea di una crescita lineare: si è inerpicata per strade tortuose, con deviazioni improvvise, ossessioni inaspettate e dettagli che sono diventati fondamentali.
Il cambio di programma dell’ultimo minuto? Un dramma epico. Il rumore del phon? Un’apocalisse sonora. Ma poi c’è quella risata improvvisa che illumina la stanza, quel gesto inaspettato di affetto che ripaga di tutto.
Non è stato sempre facile, naturalmente. C’è stata la stanchezza, la frustrazione, il senso di inadeguatezza. Gli sguardi perplessi degli altri quando Babbia decide di spiegare ad un perfetto sconosciuto la storia completa delle metropolitane europee. O l’ospite improvviso cacciato da casa perchè ritenuto appunto troppo improvviso. E poi c’è la scuola, la burocrazia, il mondo esterno che sembra sempre un passo indietro rispetto alle grandi vittorie che compie Babbia giornalmente in e grazie alla sua Famiglia.
Accogliere un adolescente con abilità diverse dalle nostre non è un atto di eroismo, è un’esperienza che ci può trasformare, un corso accelerato di empatia, pazienza e creatività. È riscrivere le regole della genitorialità, con la consapevolezza che ogni piccolo traguardo è una vittoria e ogni giornata è un’avventura. A volte esilarante, a volte sfinente, ma sempre profondamente umana. Per tutti.
La sua storia, e quella delle sorelle della nostra mitica Babbia (Nevrotic e LagnaContinua), puoi leggerla in Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma, il diario di un affido sine die.
ACQUISTA adesso una COPIA di Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma e SOSTERRAI LA CAMPAGNA OMONIMA sull’affido degli adolescenti fuori famiglia: https://www.amazon.it/chiesto-chiamarmi-mamma-Cronaca-affido/dp/8873135609
© 2023 Copyright AFFIDIamoci