DIARIO DI MARCO - 14 luglio 2024: "Ma siamo anche un pò famiglia?"

Sono tanti i messaggi che arrivano per Marco. Questo ho chiesto di poterlo pubblicare perché parla di famiglia in modo diverso dal solito.

“Mi ha colpito che hai detto ma siamo anche un po’ famiglia?, mi hai fatto pensare a quando io avevo scelto come mia famiglia le persone che si prendevano cura di me, anche se non avevano quel ruolo ufficialmente, pensa che al medico che si prendeva cura di me in ospedale avevo chiesto di chiamarlo papà, anzi mi era uscito come un grido di pancia, e gli avevo detto ‘lo so che non sei il mio papà e non puoi esserlo, ma lasciamelo dire’ e lui me lo ha lasciato dire finché ne ho avuto bisogno, poi è cambiato il rapporto perché non avevo più bisogno di un papà, ma il rapporto non è finito, non ci sono limiti ai sentimenti.

Ti dicevo che mi ero scelta la mia famiglia del cuore, avevo diverse quasi mamme, fratelli, sorelle, zii ecc. non mi mancava niente insomma. Che importa se non era la famiglia tradizionale o ufficiale, non esistono le famiglie ‘vere’ e quelle ‘finte’, esistono le persone che hanno dei sentimenti, pensieri, qualità e difetti, mi capisci, la gente giudica senza conoscere per paura e convenienza.

Pensa che all’inizio ero così fragile che mi spaventavo solo quando non vedevo più i miei amici e poi sono andata in giro per tanto tempo stringendo in mano un quadratino di legno, il coperchio di una scatolina che avevo scelto tra le cose sulla scrivania del mio ‘papà’ e mi dava la forza che non avevo. Ero più vecchia di te, avevo 30 anni e avevo bisogno di una famiglia che mi facesse sentire riconosciuta, amata, compresa, incoraggiata e guidata senza giudicarmi.

Ero ormai troppo grande per avere la famiglia che mi mancava, quindi me la sono scelta dove l’ho trovata e ho fatto bene, non è stato facile perché siamo tutti imperfetti e io avevo tanta paura di essere abbandonata e tanti problemi, ma anche tanta voglia di farcela.

Come vedi sono qua, sono passati altri 30 anni da allora, non è andato tutto come sognavo ma sono contenta e rifarei tutto e continuo a credere in quello che faccio, continuo a credere che che bisogna giocare la partita fino in fondo e divertirci sempre, continuare a imparare, cambiare.

Ho imparato ad accettare lo scorrere del tempo, l’ incertezza, l’imprevedibile, non è facile ma ne vale la pensa, ti assicuro che non ci si annoia mai, non diventa mai abitudine, basta dare il meglio di noi per non avere rimorsi e rimpianti, solo un po’ di malinconia perché questo viaggio sorprendente finirà, come tutte le cose, ma non importa. Ciao.”

(Karin)

PS. E non dimenticatevi di contribuire alla raccolta fondi collegandovi al link: https://gofund.me/15d39e25 Qualsiasi contributo è importantissimo. 

PS. Scrivi un messaggio di incoraggiamento per Marco! Mandaci il tuo messaggio whatsapp al 3398322065 oppure al 3317910854 e lo faremo arrivare a lui❤️ Sentirti vicino gli darà più coraggio per affrontare la vita quotidiana.

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