“Un cammino senza aspettative“: questa frase racchiude l’essenza dell’affido. Tant’è che io e mio marito ce la portiamo al polso, incisa su due braccialetti: perché la storia di un affido non è altro che una storia di amore, con alti e bassi, incomprensioni, paure, scene madri, drammi e momenti in cui vorresti il libretto di istruzioni.
Poi capisci che l’unica via è fare spazio all’altro, smettere di volerlo aggiustare e iniziare ad ascoltare davvero. Solo così nasce quella complicità da “fino a che morte non vi separi”.
Tutto questo lo trovi in “Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma”, diario tragicomico di una mamma affidataria convinta (per deformazione professionale) di avere tutte le risposte…finchè non incontra due adolescenti che, con uno sguardo, le insegnano che tra teoria e pratica, c’è un’enorme differenza!
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