Storie d’amore e di bambini in affido familiare – Lettera di una mamma di un minore “già grande”


“E’ facile? NO, in affido familiare arriva “grande” con una cultura differente e idee che magari non condividiamo, spezzano gli
equilibri della famiglia, nascono conflitti, litigi; la psicologa mi aveva
detto NON avere troppe aspettative e non sentirti inadeguata…

Prima
avevo tre bambine ora quattro…

Cavolo
ricordo che quando è arrivata Viola, e poi Matilde, gli equilibri si sono
dovuti ricreare, la gelosia forse anche più marcata di adesso… 
Sedersi a
tavolino con mio marito e cercare soluzioni, impostare regole nuove…

Non
è poi così diverso in un’esperienza di affido familiare…

E
poi vedi Viola che va in camera mentre Lui dorme, le dici di non disturbarlo e
lei ti risponde che voleva vedere se stava bene;

Vedi
Vale che pianifica il percorso della vacanza e guardando i giochi da fare a
Mirabilandia mette giù la lista di quelli che potrebbe fare insieme con Lui
perché sa che Lui ha paura;

Vedi
la piccola selvatica Matilde che quando si avvicina una persona nuova salta in
braccio a Lui come un grillo;

Vedi
tuo marito fare piccole cose come andare per Lui in ospedale a prenotare una visita,
a comprare la crema per la pelle delicata o anche solo un mango…piccole cose
che per me sono grandi…

Ed
Io in tutto questo continuo ad avere aspettative e a volte mi sento proprio
inadeguata come quando le mie figlie ne combinano ed io lì per lì non so cosa
fare…

Quindi
ci sta…

Poi
mi sveglio la notte, Lo guardo che dorme e gli sistemo le coperte; Lo ascolto
che dice “e va be” proprio come dico io;

Mi
commuovo per un messaggino TVB…

Lo
stringo quando piange e dopo in cucina piango anch’io;

Gli
sistemo i capelli e gli stringo la mano quando fa le analisi e urla che tutti
ci guardano.

E’
dei nostri e tutti a modo loro lo amano e Lui si sta lasciando andare e inizia
ad avere fiducia.

Lo
rifarei altre 10 100 1000 volte.

L’affido
familiare è un’esperienza magica.

Aspettiamo la firma del giudice dai…e non rompere
le scatole M. che sai che ci vuole tempo…



Ti voglio bene Pichin”.

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