“PER ME E’ STATO DIFFICILISSIMO VEDERLA ANDAR VIA”


L. ha scritto ad AFFIDIamoci per raccontarci di rimorsi ma anche di vittorie e, soprattutto, di responsabilità. La sua è la storia di una coppia che si considerava unita, solida dopo dieci anni di matrimonio, e che invece è crollata dopo appena un anno dall’arrivo di due fratelli. Una coppia che, come dice lo stesso L., se fosse stata realmente valutata, probabilmente non sarebbe stata ritenuta pronta. Una coppia lasciata da sola dopo un abbinamento veloce con due ragazzini, senza strumenti, senza sostegno. 

Oggi L. è un papà single: il loro papà, perché non ha mai smesso di esserlo e ha fatto di tutto per dimostrarlo ai propri figli e alle istituzioni.

“Io non ho mollato.

Due anni fa ho accolto due fratelli – lei aveva 9 anni, lui 12 – insieme a mia moglie, con cui ero sposato da dieci anni. L’abbinamento nasceva come affido, futura adozione: avevamo l’idoneità e, tra tre coppie, hanno scelto noi.

Era periodo Covid. Niente percorso formativo serio, solo incontri online. Nessuno ci aveva davvero preparati a quello che ci aspettava.

L’avvicinamento è stato rapidissimo: li abbiamo conosciuti e lo stesso giorno eravamo già fuori insieme. I ragazzini erano stati preparati alla nuova famiglia ma non so quanto questo abbia influito sulle aspettative enormi che avessero.

All’inizio, io e mia moglie, ci siamo trovati davanti ad un muro, soprattutto con il maschietto: quando è arrivato non parlava, distruggeva la camera, tirava oggetti, bisognava immobilizzarlo per calmarlo, arrivava a calci e pugni fino al pianto liberatorio. Non aveva alcuna terapia farmacologica, nessun accompagnamento terapeutico. Eravamo soli, sempre noi a inseguire i servizi, a chiedere appuntamenti, a bussare alle porte di giudici, tutori, psicologi. Più volte abbiamo chiesto un approfondimento diagnostico, ma ci dicevano che non potevano fare nulla. Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto privatamente, a pagamento.

Solo dopo mesi, finalmente, ci ascoltano e arriva la diagnosi definitiva di nostro figlio insieme con una terapia farmacologica che ha cominciato a dare risultati. Ma ormai era troppo tardi: mia moglie stava crollando. 

Entrambi eravamo disperati, oggi posso dire che eravamo uniti nella disperazione, ma lei voleva mollare e io no.

Ed io mi spostavo sempre più verso i ragazzi, e questo la faceva sentire sola. Ma…come avrei mai potuto lasciarli per salvare la coppia? Così mia moglie, dopo un solo anno di Famiglia, prima è andata in Tribunale per chiedere l’allontanamento dai bambini, poi, dopo quattro mesi, ha lasciato anche me. Alla fine è scomparsa insieme a tutti i suoi parenti e per i ragazzi è stato un dramma, un ennesimo abbandono.

Per me è stato difficilissimo vederla andare via.

Eppure gli adulti siamo noi, la scelta di accogliere è la nostra, dopo aver detto abbiamo la responsabilità di portare avanti la decisione presa.

Così ho cambiato casa (adesso i miei figli hanno due camerette), ho cambiato lavoro e ne ho aggiunto un altro. Ho tolto a me stesso per dare a loro. Se all’inizio i servizi non ci chiamavano mai per sapere come andava, ora invece intorno a me ci sono tanti professionisti: assistente domiciliare, psicologo, operatori. Paradossalmente, da quando sono single, il sostegno è arrivato davvero.

Con i ragazzi ho imparato a non farmi agganciare dalla guerra provocatoria: se non entri nello scontro, la discussione si spegne e, dopo lo scarico, si riesce pure a parlare, a spiegarsi, a riavvicinarsi. 

Oggi siamo passati dal collocamento provvisorio all’affido monogenitoriale e ora andiamo verso l’adozione. Ho dovuto dimostrare a tutti – e soprattutto ai miei figli – che non li avrei mai lasciati.

Oggi sono il loro papà. Non perché era giusto così o perché ne avevano bisogno, ma perché io ho deciso di esserlo. E accanto a noi c’è anche il nostro cagnolino.

Io, loro e il cagnolino: adesso questa è la nostra famiglia”.

L. (il loro papà)

4 thoughts on ““PER ME E’ STATO DIFFICILISSIMO VEDERLA ANDAR VIA”

  1. Una testimonianza potente, dolorosa e tanto vera. Il sostegno che manca alle coppie prima e alle nuove famiglie poi. Il prendersi cura di bambini/ragazzi, che in pochi ancora guardano come esseri umani bisognosi di amore e cura, anche nella difficoltà più estrema.
    Buona strada a questa famiglia e a tutti gli operatori e operatrici che la sostengono.

  2. Però che bella storia , un papà che non molla , d’ accordo la coppia si è rotta, ma il papà è rimasto papà , al di là di tutto quello che poteva succedere , oggi sono una bellissima famiglia

  3. Una grande forza nel desiderio forte di accoglienza, che, se avesse visto prima l’intervento dei servizi sociali, tua moglie sarebbe stata sostenuta da loro. L’affido come l’adozione va sempre condiviso in una compagnia di amici. L’associazione Famiglie per l’Accoglienza aiuta in questo, perché nessuno deve sentirsi solo.

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