Storie d’amore e di bambini in affido familiare – Affido sine die


“Due
anni fa, poco prima di Natale, ho telefonato in Comune per sapere se avessero in carico dei bambini da dare
in affido familiare, non solo affido sine die.

Gli
operatori sono stati disponibilissimi, mi hanno incontrato dopo soli due
giorni.

Così
è iniziato il mio percorso di affido familiare tra colloqui individuali
e di gruppo, con psicologi e assistenti sociali. 
Il
fatto che tra tutti gli aspiranti
genitori affidatari
fossi l’unica single
non mi è mai sembrato potesse essere un problema, né per me né per loro.

Prima
dell’inizio dell’estate gli operatori mi hanno salutato assicurandomi un ultimo
incontro a settembre, cui sarebbe seguita la chiamata per il futuro abbinamento con il minore.

Durante
i saluti ricordo perfettamente la proposta di un affido sine die.

Ero
felicissima: addirittura un affido sine die! Non ci avrei mai sperato!

Ho
trascorso l’intera estate a rendere casa accogliente pensando che da lì a poco
avrei avuto un bimbo da amare e accudire.

Durante
i colloqui avevo omesso volutamente di dare alcuna preferenza di età o sesso
del piccolo, tantomeno discriminanti sulla salute fisica.   

A
estate finita non facevo altro che entrare e uscire dalla cameretta che avevo
dipinto, arredato e già riempito di regalini.

Poco
dopo ecco la visita domiciliare da parte dei Servizi sociali.

Tutto
ok.

Ora
mancava solo il piccolo.

Sono
seguiti altri due colloqui, diciamo abbastanza informali, dove gli operatori mi
erano sembrati addirittura frettolosi di concludere un abbinamento con un preciso
bambino.

Dopo
avermi raccontato a grandi linee il vissuto di un dodicenne da due anni in casa
famiglia, non hanno taciuto la possibilità che si trattasse poi di un affido
sine die.

Non
ci potevo credere: fino allora non avevo nemmeno immaginato la possibilità di
un affido sine die.

Anzi:
semmai avevo sempre pensato il contrario, ovvero che ai genitori single fosse quasi
precluso un affido familiare più lungo!

E
mentre mi emozionavo all’idea dopo due giorni, inaspettatamente, in una
telefonata mi si richiedeva la disponibilità ad accogliere un bimbo “sotto
emergenza” per qualche giorno.

Non
sapevo cosa rispondere: da una parte, rifiutando, avrei rischiato di mostrarmi
poco disponibile dall’altra però, accettando, avrei potuto perdere l’occasione
dell’affido sine die!  

Alla
fine ho deciso di rifiutare, mostrandomi comunque apertissima all’affido sine
die proposto.

Ma
da quel momento non sono stata più contattata: i servizi sociali non mi hanno
più cercato.

Anzi,
sono stata io, nei mesi, a chiamarli per chiedere cosa fosse successo e come
mai non avessi avuto più notizie dell’abbinamento che mi avevano proposto…

La
risposta era sempre la stessa: “le case
famiglia al momento non hanno bambini in affido
”.

Possibile?

Mi
sembra assurdo non ci siano bambini in affido negli istituti dell’intero
territorio…

Oggi
sto malissimo.

L’affido
familiare, non necessariamente affido sine die, era da anni il mio più grande
desiderio e ora non so più che fare.

Possibile
che per aver rinunciato a un abbinamento di pochi giorni, i servizi sociali mi
hanno scartato per sempre?
O
forse perché sono single?”

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