STORIE DI AMORE E DI BAMBINI IN AFFIDO FAMILIARE: “IMPROVVISAMENTE NON IDONEI ALL’AFFIDO”


Rimane ancora poco comprensibile come mai la maggior parte dei Centri affido, al termine del percorso formativo, non rilascino alcuna relazione scritta all’aspirante famiglia affidataria, limitandosi ad una semplice restituzione verbale. Restituzione verbale che in molti casi, addirittura, manca se la valutazione è negativa, alimentando, nella famiglia, l’illusione di essere stata inserita nel database territoriale generando non solo false aspettative, ma privando la famiglia di informazioni fondamentali per prendere eventuali decisioni consapevoli.

Una situazione del genere è capitata ad A. e B., una nostra coppia di aspiranti babbimatti che dopo essere stati ritenuti perfettamente idonei all’affido e inseriti nell’opportuno database, dopo una loro presa di posizione, sono stati bannati dal database e ritenuti non più idonei senza, però, essere stai avvisati in alcun modo, tanto da doverlo venire a scoprire cinque anni dopo.

“Sono A. e convivo con B. da circa 10 anni. Siamo due uomini, abbiamo una situazione serena e stabile e diciamo che non ci manca nulla. 

Ci siamo avvicinati all’affido cinque anni fa, spinti dal desiderio di dare una seconda possibilità a chi non ce l’ha avuta, e di accogliere senza riserve un bimbo/a o un ragazzo/a (abbiamo davvero messo pochi paletti) per poterlo/a accompagnare verso la sua vita ed il suo futuro.

Dopo il corso con M’aMa ci siamo rivolti al Centro Affidi della nostra zona per completare la formazione ed essere inseriti nella loro banca dati: nulla da dire, estremamente cortesi, gentili.

Dopo poco tempo ci convocano per una situazione un po’ delicata: ragazzino con un vissuto e un quadro sanitario complesso. Ci pensiamo, un po’ di dubbi ci sono, però alla fine accettiamo.

Ci avvisano che i tempi del Tribunale saranno lunghi, infatti trascorre un anno durante il quale chiediamo aggiornamenti, ma la situazione sembra rimanere sempre eguale.

Quando ci chiamano per la convocazione in Tribunale, chiediamo un incontro anche con l’educatrice del ragazzino, per avere ancora più chiaro il punto della situazione…e apprendiamo così che, in effetti, il quadro sanitario è peggiorato, si sono aggiunte criticità.

Ci ripensiamo e diciamo che non ce la sentiamo più di andare avanti. Ecco che, in quel preciso istante, nonostante noi ne fossimo totalmente ignare e nessuno ce lo abbia comunicato ufficialmente, con quella decisione diventiamo IMPROVVISAMENTE NON IDONEI ALL’AFFIDO.

Infatti negli anni successivi abbiamo continuato a rispondere a vari Appelli di M’aMa, riscritto al nostro Centro Affidi, ad altri due Centri Affidi differenti proponendoci per colloqui conoscitivi…ma nessuno ha mai risposto.

Solo pochi giorni fa, su consiglio di Emilia, abbiamo contattato il nostro Centro Affidi chiedendo un incontro, che finalmente ci ha concesso.

E dopo ben 5 anni è stato finalmente tutto chiaro: non ci ritenevano più idonei e quindi non solo non ci avrebbero mai più chiamato, ma anche a chi chiedeva la nostra presentazione (che a detta loro era molto positiva perché precedente a tutto), dopo avergliela inviata, aggiungevano che non eravamo affidabili avendo fatto una cosa gravissima!

Infatti, secondo loro, noi ci eravamo comportati malissimo perché, rinunciando a quel ragazzino, avevamo bloccato un progetto per un anno e mezzo, e per colpa nostra il ragazzino non aveva trovato famiglia. A quel punto loro, e il Tribunale, ci avevano bannati.

La psicologa per farci capire la gravità del nostro comportamento ha addirittura asserito che dare la disponibilità è paragonabile all’inizio di una gravidanza, a quel punto non ci si può più tirare indietro, del resto: se durante una gravidanza cambiano le condizioni e scopri qualcosa che non va cosa fai? Abortisci?

Nulla è servito dire che secondo noi sarebbe stato peggio conoscere il ragazzino per poi tirarsi indietro o, peggio ancora, accoglierlo e poi far fallire l’affido…anzi, ci si è rivoltato contro.

E dopo l’ennesima ripetizione del: secondo noi non siete idonei per l’affido, ci hanno “elegantemente” invitato ad uscire che avevano un altro appuntamento.

Che dire?

L’unica cosa bella di tutto ciò è che abbiamo conosciuto M’aMa, le MammeMatte, Emilia e Karin che ci hanno sopportato e supportato in questi anni ed anche altre persone delle varie chat e dei vari gruppi online.

Noi continueremo ad essere parte delle MammeMatte, anche se…un affido non lo avremo mai!”

(A. e B., due babbimatti, probabilmente solo matti e mai babbi)

 

AFFIDIamoci (progetto M’aMa sulla mono e omogenitorialità affidataria) riceve mandato gratuito da Tribunali dell’intero territorio nazionale per cercare famiglie affidatarie omo e monogenitoriali per minori in attesa di famiglia (vedi APPELLI). AFFIDIamoci dopo aver raccolto, a titolo volontario, le candidature delle famiglie (opportunamente formate) interessate a presentarsi al colloquio conoscitivo in Tribunale per il singolo Appello, invia le loro autopresentazioni. Sarà il Tribunale a valutare l’idoneità dell’eventuale abbinamento con il minore. Dopo l’eventuale abbinamento con il minore AFFIDIamoci, solo se richiesto dalla famiglia, a tariffe sociali, forni supporto genitoriale e/o giuridico e, ove possibile, l’accompagnerà nella presentazione dell’istanza dell’adozione ai sensi dell’art.44.

2 thoughts on “STORIE DI AMORE E DI BAMBINI IN AFFIDO FAMILIARE: “IMPROVVISAMENTE NON IDONEI ALL’AFFIDO”

  1. Io e mio marito abbiamo partecipato a tre corsi affido con servizi sociali di Roma e provincia e non ci hanno mai rilasciato nulla di scritto, c’è pochissima trasparenza e quindi posso fare e disfare a loro piacimento. Sono vicina a ai due babbi matti assicurando che purtroppo sono in buona compagnia, è un trattamento Comune.

    1. Comune e non corretto. Spesso, poi, se non sempre, la relazione non è nemmeno condivisa con la famiglia. Vero è che la famiglia potrebbe richiederne la lettura ma pochi lo sanno e pochi hanno il coraggio di farlo. Tutto molto nebuloso.

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